Duca di San Martino

Partanna e Dintorni

Di seguito qualche suggerimento su cosa vedere nei dintorni di Partanna. Parleremo di: Erice, Segesta, Selinunte, Saline della Laguna

Castello Grifeo

Partanna (TP)

Il castello Grifeo è un edificio medievale collocato sulle pendici di una collina su cui si è poi sviluppata quella che oggi è la città di Partanna …

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Il castello Grifeo è un edificio medievale collocato sulle pendici di una collina su cui si è poi sviluppata quella che oggi è la città di Partanna.

È uno dei castelli della Sicilia occidentale meglio conservati e, dopo i restauri del 2003 e 2007, è usato come sede di eventi culturali.

Dal 28 dicembre 2007 è “Museo Regionale di Preistoria del Belice – Centro di interpretazione e valorizzazione territoriale”.

La sua fisionomia attuale risale al XIV secolo e venne commissionato dalla famiglia Grifeo dalla quale aveva preso il nome e alla quale appartenne fino al 1890. Ma la storia del maniero è ben più antica: i Grifeo ottennero il territorio dal Gran Conte Ruggero nell’anno 1091 costruì il castello.

Non ci sono dati certi sull’edificazione del castello, a causa della scarsa documentazione; il suo primo nucleo potrebbe comunque essere stato formato da una preesistente torre di guardia normanna.

La prima testimonianza sul castello risale a un documento del 1355 in cui si cita un “castrum Partannae cum habitatione”, cioè il castello di Partanna con il suo centro abitato; nei documenti precedenti Partanna era definita solo come casale. La costruzione può essere verosimilmente attribuita al barone Giovanni IV Graffeo.

Il castello, grazie alla sua posizione, dominava sul versante del fiume Belice e su tutto l’abitato medioevale, circondato da mura; oggi, in seguito all’ampliamento urbano, domina soltanto sui piccoli quartieri posti sulla parte sud-occidentale della collina del Cozzo Rizzo.

Templi di Selinunte

Marinella di Selinunte

Selinunte (in greco antico: Σελινοῦς, Selinûs; in latino: Selinus) era una antica città greca situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia …

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Selinunte (in greco antico: Σελινοῦς, Selinûs; in latino: Selinus) era una antica città greca situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia; oggi costituisce il parco archeologico più grande d’Europa[senza fonte. I ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nella parte meridionale della provincia di Trapani.

Nel sito archeologico, sull’acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su una collina poco lontana.

Molti edifici sono rovinati in seguito a sismi avvenuti in epoca medievale; tuttavia alcuni interventi di anastilosi hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio E (il cosiddetto tempio di Hera), e di rialzare in gran parte uno dei lati lunghi del Tempio C.

Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il Museo Civico di Castelvetrano.

Erice

Trapani

Erice (Monte San Giuliano dal 1167 al 1934, Èrici o U Munti in siciliano) è un comune italiano di 27 567 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia …

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Erice (Monte San Giuliano dal 1167 al 1934, Èrici o U Munti in siciliano) è un comune italiano di 27 567 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.

Nel centro cittadino che è posto sulla vetta dell’omonimo Monte Erice, sono residenti solo 1024 abitanti (popolazione che si decuplica nel periodo estivo), mentre la maggior parte della popolazione si concentra a valle, nell’abitato di Casa Santa, contiguo alla città di Trapani. Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle.

Secondo Tucidide Erice (Eryx, Έρυξ in greco antico) fu fondata dagli esuli troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo Tucidide, i Troiani unitisi alla popolazione autoctona avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. Fu contesa dai Siracusani e Cartaginesi sino alla conquista da parte dei Romani nel 244 a.C.

Segesta

Calatafimi Segesta

Segesta (in greco antico: Ἕγεστα) fu un’antica città elima situata nella parte nord-occidentale della Sicilia …

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La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi Segesta, nel libero consorzio comunale di Trapani, a pochi chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo.

Custodisce, all’interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica, in parte scavato nella roccia della collina.

La data della fondazione non è conosciuta, ma da documenti risulta che la città era abitata nel IX secolo a.C. Lo storico greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono Segesta, chiamata Aegesta, ed Erice. Questi profughi presero il nome di Elimi.

Saline della Laguna

Trapani - Marsala

Un parco naturale e culturale dedicato al saliturismo, sulla costa occidentale della Sicilia. Una laguna straordinaria, dove storia, natura, archeologia …

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Un parco naturale e culturale dedicato al saliturismo, sulla costa occidentale della Sicilia. Una laguna straordinaria, dove storia, natura, archeologia trovano una sintesi perfetta e consentono al visitatore di provare esperienze diverse, uniche e suggestive.

Le Saline della Laguna si trovano in Sicilia occidentale, sul litorale che collega Trapani con Marsala. Un territorio unico di fronte l’isola di Mothia, lungo la famosa “via del sale”, che offre al visitatore svariate opportunità di visita e di soggiorno. La visita del Mulino d’Infersa e del museo con il percorso multimediale; le esperienze e attività all’interno delle Saline “Ettore e Infersa”; la visita dell’Isola Lunga; il soggiorno in una delle nostre camere con vista.

Un vero e proprio parco turistico e culturale, che si sviluppa su due versanti. Sulla costa con il versante di levante (dove insistono il Mulino e le Saline Ettore e Infersa) e sull’Isola Lunga con il versante di ponente.

Il Grande Cretto di Gibellina

Gibellina vecchia

Il Grande Cretto di Alberto Burri una delle più importanti e grandi opere di Land Art.Tortuosa è la strada che dalla nuova Gibellina porta alla vecchia …

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Il Grande Cretto di Alberto Burri una delle più importanti e grandi opere di Land Art

Tortuosa è la strada che dalla nuova Gibellina porta alla vecchia, quella che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 fu distrutta dal terremoto.

Tortuosa è la strada – brulle, inospitali, a tratti aride, le colline circostanti, bruciate dal sole, spaccate dalla siccità, sormontate da un cielo, sempre bello, guardiano di una terra che nel ’68 si dimostrò crudele, spietata, come solo la terra riesce ad essere.

Nel 1980 il sindaco di Gibellina, Ludovico Corrao, incontrando Alberto Burri (fra gli artisti più importanti della scena informale mondiale) abbracciò l’idea di realizzare un’enorme cretto di cemento proprio sopra quei ruderi che erano state le abitazioni dei gibellinesi, così da ricoprire e nello stesso tempo svelare l’onta provocata dal sisma che mai si sarebbe potuta cancellare né dimenticare.

Il maestro della materia iniziò così a progettare quella che sarebbe diventata una delle più importanti e grandi opere di Land Art: diversi ettari di terreno ricoperti da candido cemento che ricorda ad un tempo le crepe del terreno e riprende simbolicamente il sistema viario di quella che una volta era stata una cittadina.

In ogni irregolare quadrangolo si nascondono le macerie di una casa, ogni profondo solco, una via nella quale uomini si muovevano vivendo.

Il grande Cretto di Gibellina è divenuto così il sudario di un corpo abitativo straziato, garza bianca su una ferita che si è seccata, sospesa, in un luogo sospeso nel quale anche le forme irreali delle colline entrano a far parte dell’opera d’arte.

Sono grandi gobbe del colore della juta, bozzi combusti, spazi stravissuti e trasudanti dolore, stanchezza, ineluttabile realtà del mondo, corporea rappresentazione della memoria che addolora, e addolorando è pur dovuta, a salvaguardia della rettitudine morale.

Il Grande Cretto di Gibellina, un omaggio necessario alle 6000 persone che erano un paese e che scomparvero in un soffio.

Fonte: Guidasicilia.it

San Vito Lo Capo

Provincia di Trapani

Quasi tre chilometri di arenile dorato affacciato su un mare cristallino. A circa 40 chilometri da Trapani, alle falde del monte Monaco, tra il Golfo di Macari …

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Quasi tre chilometri di arenile dorato affacciato su un mare cristallino

A circa 40 chilometri da Trapani, alle falde del monte Monaco, tra il Golfo di Macari, la Riserva dello Zingaro e il Golfo di Castellammare, sorge San Vito Lo Capo, un antico borgo marinaro sviluppatosi attorno al XVI secolo.

In questa sorta di paradiso esotico, fatto di basse case bianche dalla forte connotazione araba, ogni angolo di strada è adornato con fioriere multicolori e rampicanti di buganville e gelsomini che profumano l’aria mescolandosi agli odori dello squisito cous-cous speziato o della zuppa di pesce.

Qui la vita si svolge sul corso principale che ospita i bar, le trattorie, le pizzerie più frequentate, i negozietti piccoli e colorati, i pubs e le discoteche che restano aperte fino a notte fonda. San Vito si affaccia su uno splendido arenile di sabbia dorata e impalpabile e su un mare turchino, che più volte ha meritato il titolo di migliore spiaggia italiana e tra le migliori in Europa.

Fonte: Guidasicilia.it

Grotta di Santa Ninfa

Santa Ninfa

Un ambiente suggestivo, di grande interesse speleologico e naturalistico. La Riserva Naturale Integrale “Grotta di Santa Ninfa”, affidata in gestione …

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Un ambiente suggestivo, di grande interesse speleologico e naturalistico

La Riserva Naturale Integrale “Grotta di Santa Ninfa”, affidata in gestione a Legambiente, è stata istituita nel 1996 per la protezione e la valorizzazione di un suggestivo ambiente carsico, di elevato interesse speleologico, geomorfologico e naturalistico.

L’area della riserva, ricadente nei territori comunali di Santa Ninfa e di Gibellina, in provincia di Trapani, si trova su un altopiano di natura gessosa, caratterizzato dalla presenza di numerose cavità sotterranee.

La riserva naturale comprende la grotta di maggiore estensione ed interesse (zona A di protezione integrale) e parte del suo bacino di alimentazione, esteso per circa 150 ettari e denominato Biviere (zona B di preriserva).

La grotta è costituita da una cavità prevalentemente orizzontale, estesa per circa 1400 m, che rappresenta un ambiente di grande interesse speleologico per la presenza di un complesso sistema di meandri e gallerie, un tempo completamente invasi dall’acqua; il ramo superiore fossile é ormai asciutto, mentre in quello inferiore scorre ancora il corso d’acqua proveniente dal Biviere.

La cavità termina in uno stretto sifone, non percorribile dall’uomo, che il torrente attraversa per riemergere a valle dell’ingresso della grotta, dando origine alla risorgenza.

La grotta è caratterizzata da splendide concrezioni, come cortine, stalattiti, infiorescenze parietali, pisoliti (perle di grotta).

L’elevato valore naturalistico della grotta di Santa Ninfa è legato inoltre alla presenza di una interessante fauna cavernicola, adattata a vivere in assenza di luce e in ambienti con elevato tasso di umidità.

Fonte: Guidasicilia.it

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